Firenze e la cooperazione internazionale

Firenze e la cooperazione internazionale

Da due anni ricopro anche la carica di Assessore alla cooperazione internazionale.

Firenze è grande perché nel suo passato ha saputo aprirsi ad altre realtà e ad altre culture.

Nonostante le molte difficoltà che gli enti locali oggi si trovano ad attraversare, credo che mantenere attivi i rapporti di collaborazione e cooperazione con alcune realtà del Sud del mondo sia un segnale importante che la nostra città non può mancare di dare.
Il mondo cambia velocemente ed anche il mondo della cooperazione in questi anni è molto cambiato: trasferimento di capacità e non fondi a pioggia, non più rapporto tra donatori e beneficiari, ma partenariati e scambi tra realtà del Nord e del Sud del mondo e ed il mettere a disposizione di altre realtà le tante capacità che il nostro territorio offre.
Le risorse si sono necessariamente ridotte rispetto al passato, ma nuove fonti di finanziamento si sono rese accessibili, dall’Europa ai programmi delle Nazioni Unite, ai fondi del Ministero ed è verso queste risorse che abbiamo cercato di orientarci per trovare le gambe alle tante opportunità che il nostro territorio propone.

Alcuni esempi:

In Niger con il COSPE per il miglioramento della gestione e dello smaltimento dei rifiuti: abbiamo inviato un tecnico di Quadrifoglio per una formazione ai funzionari del comune rurale di Tabalak e due funzionari sono stati formati anche qui a Firenze.

In Iraq con il Ministero degli Esteri per la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio culturale iracheno: il Comune e la Biblioteca Nazionale Centrale a supporto della Biblioteca Nazionale Centrale di Baghdad, devastata e bruciata durante i saccheggi avvenuti durante la guerra e l’Ufficio Unesco del Comune e l’Università di Firenze impegnati per la valorizzazione della cittadella di Erbil, nel Kurdistan iracheno.

In Brasile, a Salvador Bahia per un aiuto alle ragazze madri con Agata Smeralda e la sua casa di accoglienza.

In Palestina per aiutare le municipalità di Taybe e Tulkarem nella rivalutazione del loro patrimonio storico ed architettonico e nella gestione urbanistica.

In Marocco con un programma delle Nazioni Unite per supportare le donne della Medina di Fes nella creazione di cooperative di lavoro.

Il territorio fiorentino è poi ricchissimo di piccole realtà associative che svolgono volontariato e informazione mantenendo spesso per anni legami con realtà lontane dal Brasile al Messico, dall’India alla Tanzania, dalla Palestina al Sudafrica.

Questa è la Firenze che mi piace, mai ripiegata su se stessa, ma curiosa ed emozionata, informata e solidale.

Vi rimando per altre informazioni alla pagina sulle attività di cooperazione decentrata del Comune:

http://www.comune.fi.it/opencms/export/sites/retecivica/comune_firenze/relazioni_internazionali_cooperazione/cooperazione.html