Il 1° maggio e il diritto
al lavoro dei disabili
Ogni giorno – e oggi ancor di più – in cima ai nostri pensieri ci deve essere chi è senza lavoro.
Perché lavorare significa sì avere uno stipendio, ma anche mettere in pratica le proprie capacità, condividere un progetto, fare qualcosa di utile per sé e per gli altri. Insomma, essere e sentirsi vivi.
Ogni crisi economica finisce per alimentare la guerra più odiosa, quella tra i più deboli: una deriva che va contrastata con ogni mezzo, perché a rimetterci sarà chi già ora è in difficoltà.
Per questo non bisogna dimenticare nessuno.
Per questo personalmente vorrei dedicare questo 1° maggio alle persone disabili in cerca di un lavoro. In Italia sono circa 680mila i disabili iscritti al collocamento, come riportato dal presidente della Lega dei diritti delle persone con disabilità, Alberto Fontana, al Redattore Sociale.
In Toscana investiremo i 146 milioni di euro del Fondo Sociale Europeo anche per favorire l’inclusione lavorativa delle persone disabili e svantaggiate. Con un impegno preciso: non fare assistenzialismo, ma costruire una strada diretta alla massima autonomia delle persone con handicap. E questa strada passa dal lavoro.
Buon 1° maggio a tutti!