Lo sgombero di Poggio Secco: il modello Firenze

Un’operazione di recupero di legalità ma anche una grande prova dell’accoglienza da parte della città.
Il 6 agosto è stato sgomberato l’ex ospedale di Poggio Secco, sulle colline sopra a Careggi. Occupata da molti anni, la struttura di proprietà della Croce Rossa Italiana versava in una situazione di forte degrado con rischi per la sicurezza delle persone che vi alloggiavano e per l’ambiente. L’intervento, disposto dalla magistratura, ha coniugato il rispetto delle regole e l’accoglienza per le persone: un binomio che ha caratterizzato tutti gli sgomberi effettuati negli ultimi anni dall’Amministrazione. Dal 2009 sono stati effettuati interventi all’ex scuola Caterina dei Medici in viale Guidoni, all’ex ospedale Meyer, all’immobile dell’Inarcassa in viale Matteotti, all’immobile del Fosso Macinante e nelle aree occupate abusivamente in via Petri, in via Quaracchi e via Sacco e Vanzetti (dietro all’Ikea) senza dimenticare lo sgombero del mercatino multietnico in lungarno della Zecca Vecchia e la chiusura del campo nomadi dell’Olmatello. Interventi che non hanno visto il coinvolgimento della forza pubblica e che non hanno creato tensione sociale, coniugando rispetto delle regole e accoglienza e senza dirottare nessuno in affittacamere, ma offrendo una soluzione alternativa a chi ne ha diritto.
Per Poggio Secco le persone accolte in struttura sono state 200 di cui 170 nuclei familiari con bambini. Una grande operazione di accoglienza resa possibile anche grazie collaborazione tra Comune (servizi sociali, Polizia Municipale, Protezione civile), Caritas, Consorzio Coeso e la Madonnina del Grappa.